Sabato 15 settembre il Congresso provinciale di Rain Arcigay Caserta, riunitosi per votare le mozioni in vista del XVI Congresso Nazionale di Arcigay ha eletto i nuovi componenti della Dirigenza dell’associazione per il biennio 2018 – 2020. Presenti al Congresso con i loro saluti Marco Alfieri per la CGIL e Francesco Pascale per Legambiente.

Il Congresso ha espresso vivo apprezzamento per il lavoro svolto dal precedente Direttivo, confermando il presidente uscente Bernardo Diana al suo secondo mandato e metà del Consiglio uscente.

Il nuovo Consiglio Direttivo così composto potrà beneficiare dell’esperienza acquisita dai suoi storici componenti e attingere nuove idee ed entusiasmi dai suoi nuovi giovanissimi elementi, dopo il grande successo del Caserta Pride dello scorso 16 giugno, che ha portato in piazza oltre cinquemila persone per le rivendicazioni LGBT+.

I componenti del nuovo Consiglio Direttivo sono:

Presidente: Bernardo Diana
Vice Presidente: Francesco della Volpe
Tesoriere: Enzo Genovese
Consigliera: Francesca Acerra
Consigliere: Christian Coduto
Consigliere: Gianuario Cioffi
Consigliera: Francesca Merolle
Consigliere: Salvatore Venosa
Consigliere: Massimo Vigliotta

Auguriamo, pertanto, un grosso in bocca al lupo al nuovo Consiglio Direttivo di Rain Arcigay Caserta onlus che dovrà lavorare in una fase politica e sociale molto delicata sia a livello territoriale che a livello nazionale, affrontando da un lato la deriva omo-bi-transfobica e dall’altro l’impegno per l’avvio del “Centro LGBT del mediterraneo”, il grande progetto di social housing per le persone lesbiche, gay, bisessuali e trans* sul bene confiscato sito nel comune di Castel Volturno.

Buon lavoro, “Per aspera ad Astra”.

Bologna, 5 giugno 2018 – “Accogliamo con entusiasmo la notizia dell’affidamento ventennale di un bene confiscato alla criminalità organizzata nel territorio di Castel Volturno (Caserta) all’associazione Rain Arcigay Caserta onlus, affinché prenda corpo il progetto del Centro lgbt del Mediterraneo”: così Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue: “La palazzina, che per la sua storia torbida era una delle tracce dello strapotere delle mafie nel nostro Paese, oggi, grazie alla lungimiranza del sindaco Dimitri Russo e di tutto il Consiglio comunale, riscatta quella storia e si avvia a diventare uno dei simboli del contrasto concreto alla criminalità organizzata e di una comunità che su quelle ceneri ricostruisce in termini di inclusione, di accoglienza, di solidarietà e di rispetto dell’altro. Quella risorsa immobiliare era il tassello che mancava per dare corpo a un progetto importante e ambizioso, che vuole creare a Castel Volturno uno spazio polivalente e multifunzionale rivolto a tutte le persone lgbt che attraversano il Mediterraneo. Uno spazio libero dalla discriminazione e che rappresenta un presidio concreto della rivendicazione dei diritti umani, civili e sociali, oltre ogni confine. Un’idea per la quale ringraziamo gli attivisti e le attiviste di Rain Arcigay Caserta onlus”.

Punto caratterizzante del progetto sarà il social housing, cioè la possibilità di accogliere con formule temporanee nei tre piani della palazzina persone lgbt in difficoltà, perché allontanate dai contesti familiari e non ancora autonome, perché in condizione di non autosufficienza o perché giunte nel nostro Paese per fuggire alle persecuzioni dei loro luoghi d’origine.

La palazzina,  di circa 300 mq e situata in via Cosenza 39, all’interno del Parco Faber, è dotata di una cucina abitabile, spazi polifunzionali, bagni e diverse camere da letto. Per la ristrutturazione dello stabile è attiva una campagna di crowdfunding alla quale si può contribuire collegandosi al sito https://www.casertapride.it/manifesto/centro-lgbt-del-mediterraneo/. “Il voto di ieri in Consiglio comunale – dichiara Bernardo Diana, presidente di Rain Arcigay Caserta onlus – porta a conclusione un percorso iniziato nel 2015 e che testimonia la tenacia di una volontà politica a cui va il nostro più convinto plauso. E’ stato molto emozionante sentire dal sindaco Dimitri Russo il nome della nostra associazione tra i primi quattro enti del terzo settore a ricevere in assegnazione definitiva un bene confiscato alla criminalità organizzata”

IL 16 GIUGNO 2018 TORNA IL CASERTA PRIDE
BERNARDO DIANA (RAIN ARCIGAY): “NON SI PUÒ  VIVERE NELL’OMBRA. PRESTO IL ‘CENTRO LGBT DEL MEDITERRANEO’ A CASTEL VOLTURNO”

“Dopo due anni dalla storica prima edizione, siamo felici di annunciare che il Caserta Pride si terrà il prossimo 16 giugno 2018”. Il presidente di Rain Arcigay Caserta onlus, Bernardo Diana, annuncia ufficialmente la seconda edizione dell’evento che è già considerato un momento caratterizzante della storia della città.

“Il Pride a Caserta – continua Diana – ha avuto il merito di rompere il ghiaccio tra i casertani e la comunità LGBT+: anche in Terra di Lavoro gay, lesbiche, bisessuali e transgender non devono vivere nell’ombra. Possono e devono lavorare, mostrarsi in pubblico, camminare mano nella mano e scambiarsi un bacio: ciò è più che necessario dopo la recente aggressione omofoba di Pasquetta. Non a caso Pride in inglese vuol dire “fierezza”; esso è lo strumento attraverso cui liberarsi della vergogna e delle oppressioni del giudizio sociale”.

In tutti i Paesi le manifestazioni della Fierezza rappresentano un sodalizio nella lotta per i diritti: della comunità LGBT+, dei lavoratori, delle donne, dei disabili, dei senza fissa dimora, dei profughi, dei migranti. Qualsiasi disuguaglianza, negazione di diritti o condizione inumana, investe ogni persona in quanto essere umano.

Conclude Bernardo Diana: “Tutti dovrebbero sentirsi coinvolti in questa manifestazione, partecipandovi con forza ed entusiasmo. Ognuno di noi può fare qualcosa affinché davvero, innanzi alla legge e negli ambienti sociali, tutti siano liberi ed eguali. Siamo orgogliosi di annunciare, infine, che i fondi raccolti saranno utilizzati per l’apertura del ‘Centro LGBT del Mediterraneo’ a Castel Volturno, in un bene confiscato alla camorra: uno spazio di social
housing per le persone LGBT+ in difficoltà.

Invitiamo istituzioni, forze politiche e la cittadinanza a sostenere il Pride e il suo progetto di accoglienza, condividendo il materiale informativo, parlandone ad amici e parenti, proponendosi come volontari/e, partecipando alla manifestazione di Giugno.”

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Caserta 4 aprile 2018 – Il giorno 2 aprile Pietro e il ragazzo con cui si sta frequentando decidono di andare a passare la pasquetta ai campetti della Reggia di Caserta. Ci sono tante persone, bel tempo e Pietro e Davide (Nome di fantasia) si sdraiano sull’erba. Davide riposa ad occhi chiusi mentre Pietro ha il mento poggiato sul suo petto intento a scorrere notizie sul suo cellulare. Dopo non molto tempo il ragazzo comincia a sentire una voce femminile e sgarbata ribadire ‘poi dicono che noi siamo omofobi’, al che capisce che la signora si riferisce a loro, quindi si alza dalla posizione in cui era.
La signora – una donna sulla quarantina – come ha raccontato Pietro al Presidente di Arcigay Caserta Bernardo DIANA, comincia ad urlare per farsi notare dalle persone intorno a loro “noi non siamo omofobi ma qui ci sono dei bambini. Non sono cose da fare.” La donna viene spalleggiata da quello che sembra essere suo marito con frasi in dialetto che incitavano i due ragazzi a ‘richiudersi in un bagno per fare le loro cose’.
Cercando di capire cosa avesse mai potuto fare di così sbagliato, Pietro chiede ai due qual è il problema ma in risposta riceve solo altri insulti. Mortificato, evita di rispondere e l’uomo e la donna raccolgono le proprie cose e decidono di andare via, lasciando i due ragazzi con un po’ di imbarazzo addosso: “mi sono sentito in imbarazzo e tutti ci stavano fissando” racconta Pietro ancora un po’ scosso.
Nessuno ha deciso di intervenire e la faccenda si è conclusa con lo spontaneo allontanamento dei due adulti. Il Presidente Bernardo DIANA dopo aver rassicurato la coppia aggiunge “Davanti a questi fatti l’importante è restare calmi e non agitarsi e cercare di raccogliere quanti più dettagli possibili per denunciare e uscire dal silenzio e dall’invisibilità in cui vogliono relegarci queste persone. Aiuteremo la coppia a denunciare l’accaduto alle autorità competenti.”
Per loro è stato il primo caso di aggressione, ma questi fatti non sono una novità: questo è solo il terzo caso in piazza Carlo III nell’ultimo anno.

 

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Mercoledì 21 febbraio dalle ore 18.00 Largo San Sebastiano, Caserta

Il Coordinamento Caserta Antifascista, antirazzista, antidiscriminazioni scende in piazza!
Negli ultimi anni è stato sottovalutato il clima di odio e di violenza alimentato e strumentalizzato in maniera crescente. La logica della guerra tra poveri, giocata sul ribasso continuo dei diritti dei cittadini, sta distruggendo il nostro tessuto sociale, lasciando spazio a gruppi e movimenti che basano la loro azione sull’odio, la violenza e la discriminazione.
Questa ondata va arrestata con tutti i metodi democratici in nostro possesso.
Come realtà associative, sindacali e movimenti del territorio casertano abbiamo deciso di assumere una posizione inequivocabile, ispirandoci ai valori della Costituzione: SIAMO ANTIFASCISTI, SIAMO ANTIRAZZISTI, AGIAMO INSIEME CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA E DI DISCRIMINAZIONE, SENZA SE E SENZA MA.

MERCOLEDI 21 FEBBRAIO a partire dalle ore 18.00 saremo in piazza, con l’appello nazionale “Mai Più Fascismi”, per opporci ad uno stato di disinformazione, voluto e costruito ad arte per distogliere l’attenzione dalle vere criticità di questo Paese; per fornire ai cittadini gli strumenti per comprendere cosa accade realmente, aprire un dialogo
ed un confronto costante; per non lasciare spazio a chi sulla nostra crisi continua a seminare odio e discriminazione.

I promotori:

ANOLF – ARCI – ARCIRAGAZZI – ANPI – CARITAS AVERSA – CARITAS MIGRANTES CAPUA –
CENTRO FERNANDES – CGIL – CIDIS – CISL – COMITATO DON PEPPE DIANA – COMITATO PER
VILLA GIQUINTO – GENERAZIONE LIBERA – GENERAZIONE MIGRANTE – FISH – LAB. SOCIALE
MILLEPIANI – LIBERA – ASS. MELAGRANA – NERO E NON SOLO! – RAIN ARCIGAY – SCIRA
MOVIMENTO DEGLI STUDENTI – UIL

Pubblicato ieri 6 febbraio il decreto della Sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea del Tribunale di Napoli che ha riconosciuto ad un ragazzo gay nigeriano, domiciliato in provincia di Caserta, la protezione sussidiaria.

Il procedimento è stato seguito dall’avvocato Marco Proto che spiega così la vicenda: «il Tribunale di Napoli, ha concesso la protezione sussidiaria ad un cittadino nigeriano omosessuale. Lo stesso si era visto costretto a lasciare il proprio Paese di origine dopo essere stato ripudiato dalla famiglia a causa del suo orientamento sessuale e dopo aver subito un’aggressione ad opera dei familiari del suo compagno. Il Giudice ha ritenuto credibile la vicenda occorsa al ricorrente, avvalorata anche dalla relazione stesa dall’Associazione Rain Arcigay di Caserta, presso la quale lo stesso risulta iscritto e grazie alla quale ha avviato un importante percorso di integrazione socio-culturale. Alla luce di ciò, Il Tribunale di Napoli – ribaltando la decisione negativa della Commissione Territoriale di Caserta – ha riconosciuto al richiedente il diritto alla protezione sussidiaria, considerato il fatto che in Nigeria l’omosessualità è considerata reato punito con la detenzione e che, pertanto, un rientro forzato in Nigeria costituirebbe un evidente pregiudizio per il ricorrente, che rischierebbe di subire trattamenti inumani o degradanti a causa della politica di repressione posta in essere dal governo nigeriano nei confronti delle persone LGBT».

La nostra associazione è intervenuta in seguito al rigetto della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Caserta producendo una dichiarazione eseguita dal Ciao! – Sportello Migranti LGBT di Rain Arcigay Caserta onlus, richiamata espressamente nel provvedimento del Tribunale.

Laura Maria Santonicola, delegata del Ciao! – Sportello Migranti LGBT, ha così commentato: «In questo periodo di tensione crescente, in cui la paura e l’odio verso lo straniero, il rifugiato vengono alimentati e strumentalizzati da esponenti politici di discutibile dignità, è rincuorante vedere come sempre più spesso la giustizia riconosca la realtà dei fatti, l’umanità di chi fugge in cerca un posto in cui vivere e non solo sopravvivere. Abbiamo avuto l’onore di toccare con mano queste storie, di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di affrontare il mondo con nulla in tasca, se non la propria identità, la propria umanità, fuggendo da condizioni non molto diverse da quelle che affrontava la comunità LGBT+ italiana fino a pochissimo tempo fa. Persone rifiutate dalle loro famiglie, dal proprio Paese, per la colpa imperdonabile di essere solo ciò che sono. Ebbene, speriamo riescano a trovare qui la felicità, la libertà che merita ogni essere umano. Sono orgogliosa di aver contribuito al percorso dei nostri soci e auguro loro ogni bene» riferendosi anche a un altro caso analogo seguito dallo Sportello.

Il provvedimento del Tribunale

 

Lido “ARCOBALENÒ”, Salerno, Venerdì 4 Agosto 2017 – Doveva essere un normalissimo pomeriggio estivo quello che una coppietta omosessuale formata da “A. I.” , casertano diciasettenne e attivista nel Gruppo Giovani di “Rain Arcigay Caserta” onlus e dal suo fidanzato salernitano di diciotto anni, i quali si accingevano a trascorrere delle ore di tempo libero nella piscina dello stabilimento balneare Lido Arcobalenò di Salerno, come tanti giovani della loro età;
invece si è trasformato dell’ennesimo episodio sgradevole di omofobia esercitata da parte dei gestori di una struttura turistica.
“Eravamo in piscina come tutti gli altri: anziani, famiglie, adolescenti come noi e tantissime coppie eterosessuali” raccontano i due giovani.
“Come facevano tutte le coppie eterosessuali presenti, anche noi ci siamo abbracciati mentre eravamo in acqua;
con il senno di poi, avevamo notato qualche anziano che ci fissava e un uomo che addirittura ci ha indicati,
ma non gli abbiamo dato peso, sicuri che i gestori del Lido ci avrebbero tutelato da qualsiasi evento spiacevole”.
Ma la fiducia dei due adolescenti nei gestori di ‘Lido Arcobalenò’ viene tradita:
“Ad un certo punto il bagnino si avvicina pacatamente ma ci rimprovera di essere più ‘composti’ – usa questo termine – con la motivazione che lì ci fossero bambini”.
“Provando profondo disagio nel sentirci definire ‘disturbatori dei bambini’
abbiamo preferito uscire dalla piscina e allontanarci”.
Ma non finisce lì: “il bagnino nel vederci allontanare ci viene incontro iniziandoci a dire che si sarebbe rivolto così anche ad una coppia eterosessuale: peccato che lì ce ne fossero decine intente a baciarsi e abbracciarsi e nessuna è stata importunata come è accaduto a noi”.
DURA REAZIONE DEL PRESIDENTE DI RAIN ARCIGAY CASERTA, BERNARDO DIANA – “Sono stato contattato immediatamente da A., che frequenta la nostra associazione ed è un ragazzo di grande maturità, considerando che a diciassette anni abbia deciso di dedicarsi ad aiutare i suoi coetanei che, proprio per eventi di questo genere, sono emotivamente vulnerabili;
Mi sento profondamente sdegnato, perché questo è il terzo caso di omofobia da parte di esercizi del settore turistico, dopo quanto accaduto alla coppia gay che voleva prenotare una camera in Calabria, e si è vista rispondere che non si accettavano gay e animali, e il caso della villa in Salento che affermava la stessa cosa in un annuncio”. Quarto caso, se si aggiunge quello razzista di Cervia.
“La legge Cirinnà conferisce pari dignità alle coppie etero e omosessuali, quelle sposate con matrimonio o unione civile e quelle conviventi: chi sperava che questo bastasse a favorire l’integrazione sociale, si sbagliava, per questo chiediamo con forza un’estensione della legge Mancino contro le discriminazioni anche a quelle basate sull’odio per l’orientamento sessuale e l’identità di genere, nel frattempo speriamo che venga approvata presto la proposta di legge analoga in consiglio regionale”
LA DICHIARAZIONE DEL COMITATO TERRITORIALE ARCIGAY SALERNO “MARCELLA DI FOLCO” – “Se un abbraccio diventa disdicevole, pericoloso o oggetto di attenzioni da parte di qualcuno, e se queste attenzioni determinano una limitazione nella libertà di qualcuno, vuol dire che c’è ancora molta strada da fare”: così afferma il comunicato emanato da Arcigay Salerno “Marcella Di Folco”.
“Noi del Comitato Territoriale esprimiamo solidarietà ai due ragazzi per l’increscioso episodio avvenuto”.
“Ci spiace dover assistere nuovamente ad episodi che rasentano espressioni di discriminazione e che senza dubbio sono palesano un clima di intolleranza e difficile riconoscimento sociale e culturale delle diversità”.
“Continuiamo a sperare che azioni politiche, sociali ed educative siano sempre più incisive e che possano portare le nostre comunità ad una sempre maggiore cultura del riconoscimento e del rispetto dell’altro.
Inoltre, questo come altri episodi, raccontano di quanta strada ci sia ancora da fare per il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali in materia di crescita umana e civile dei nostri contesti di vita. Il Comitato Territoriale Arcigay Marcella di Folco Salerno resta impegnato sul territorio di Salerno e Provincia a tutela delle persone lgbti e nella promozione della cultura del rispetto, del riconoscimento e delle uguaglianze” conclude l’Associazione Salernitana.
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Sito del Lido Arcobalenò: http://www.arcobalenosalerno.it
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Rain Arcigay Caserta onlus
 Via Giuseppe Verdi 15, Caserta
Il Presidente : Bernardo Diana – presidente@raincaserta.it
L’Ufficio Stampa: Gianuario Cioffi – ufficiostampa@raincaserta.it
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Comitato Territoriale Arcigay Salerno “Marcella di Folco”
Via Pandolfina Fasanella 78, Salerno

Vincenzo Ruggiero.

È sempre doloroso quando muore una persona, indipendentemente da chi egli o ella fosse, da cosa facesse, e da chi fossero i suoi affetti più cari, i familiari, e la comunità di appartenenza.

Quello che sicuramente ci ha lasciati sconvolti nella vicenda di Vincenzo Ruggiero è stata la modalità: un omicidio è infatti una morte che è stata voluta da chi l’ha procurata, con l’aggravante del tradimento della vittima, che sicuramente non immaginava come una persona conosciuta tramite i propri affetti potesse costituire un pericolo per la propria incolumità.

Si dice che il giorno in cui si lascia il Mondo sia quello in cui la Vita di quella Persona rivela il proprio valore: Vincenzo Ruggiero è morto da Lavoratore che si guadagnava da vivere in maniera onesta e dignitosa, è morto da Uomo che sapeva prendersi cura dei propri amici e familiari e da Cittadino che trovava sempre il tempo per dedicarsi al prossimo.

Lo ricorderemo come personificazione del Sorriso che ci illumina da tutte le sue fotografie.

Rain Arcigay Caserta onlus, nell’esprimere il proprio cordoglio, offre assistenza morale e materiale alla Famiglia Ruggiero e alla signorina Heven Grimaldi.

 

Ufficio Stampa
Rain Arcigay Caserta onlus

Potenza Basilicata Pride del 3 giugno 2017

Rain Arcigay Caserta ritira durante il corteo le sue bandiere in segno di protesta.

Il nostro corpo è il nostro manifesto politico, è la nostra rivendicazione nei confronti di questa società che ci vuole impauriti, soli, omologati l’un l’altro e schiavi di una non meglio precisa e non precisabile moralità.

Può un uomo cisgender stare senza maglietta a ballare sul carro? E può una donna transgender marciare tra la folla senza maglietta? Può una donna transgender che lo Stato italiano non riconosce e considera come uomo stare senza maglietta? Perché quei capezzoli che lo Stato riconduce ad un uomo non possono stare al vento come quelli del ragazzo che balla? Eppure sono gli stessi capezzoli.

L’autodeterminazione è un concetto fondamentale per il nostro movimento e non possiamo in alcun modo capire come la presidente di Arcigay Basilicata Nadia Girardi non comprenda ciò: non riconoscere il messaggio politico dietro a dei capezzoli ci fa tornare indietro di 30 anni di lotte e di rivendicazioni.

Nei discorsi di apertura del Pride, ai quali la Presidente Girardi è arrivata in ritardo, si è parlato più volte di rispetto e di libertà: ma quale rispetto da una Presidente che ritarda all’inaugurazione del Pride organizzato dal suo comitato e che quando arriva ignora completamente istituzioni e personalità da loro stessi invitati? Ci aspettavamo due minuti per spiegare i motivi della nostra partecipazione, ma non ci è stato possibile perché entrando lei e Vladimir Luxuria, madrina dell’evento, hanno scatenato l’entusiasmo della folla, oscurando sia personalità istituzionali che i referenti delle varie organizzazioni giunte a sostenere questo Pride, e azzerando il tempo concesso alle associazioni per parlare. Noi abbiamo visto questo gesto come una mancanza di rispetto e di organizzazione.

Non passa molto dall’inizio della parata, tuttavia, che viene fermata la musica e il carro. La Presidente di Arcigay Basilicata invita tutti i partecipanti a “rivestirsi”, rivolgendosi specificamente alla nostra Vice Presidente perché il Pride non è uno spogliarello e riferisce che le istituzioni hanno “concesso” il Pride a condizione che mantenesse un certo livello di “sobrietà” stabilito arbitrariamente. Ma cosa vuol dire? Dal palco del primo Pride della città rischia di passare il messaggio che dobbiamo abbassare la testa e che siamo una comunità debole e pronta a censurarsi alla prima richiesta per non scandalizzare nessuno, dato che l’Amministrazione ha fatto pressioni sulla stessa Arcigay Basilicata. Che se sei gay, lesbica, bisessuale o transgender a Potenza va bene purché tu non sia stravagante e purché tu viva solo chiuso in casa, nel privato. Ma quel senso di liberazione che porta il Pride dov’è? Quale messaggio voleva portare questo Pride? Che le persone LGBT+ esistono? Lo sapevamo già, ma come esistono è quello che dovrebbe interessare. Vivono una lunga finzione? Vivono nella paura di essere sé stessi? Vivono marginalizzati?

Per questo motivo la nostra associazione, in solidarietà con la nostra Vice Presidente e in continuità con i propri valori e scopi ha ritirato le diciotto bandiere con il logo Arcigay e con il logo Rain presenti al corteo e così hanno fatto altre associazioni e ha chiesto ai ballerini sul carro di rivestirsi, perché a quanto pare il problema è solo se a scoprirsi sono le donne, transgender o cisgender che siano.

Siamo tornati a casa, dopo tre ore di bus, stanchi e sviliti, senza entusiasmo e ancora non potevamo credere a ciò che ci era successo. C’era la musica, c’era il colore, diverse centinaia di persone ma non c’era il Pride. Un Pride in provincia, all’ombra delle grandi città, l’abbiamo fatto anche noi e le intimidazioni ci hanno reso solo più forti ed uniti

“È possibile, nel paese che vanta il triste primato europeo per omicidi di persone trans, che siamo costrette da istituzioni sorde e bigotte a coprirci, ricomporci e nasconderci nel nome di una morale individuale che non è legge? In che modo un seno scoperto è dannoso, a confronto di quello che subiamo come singoli e come comunità ogni giorno? Censuriamo i nostri corpi e non le parole d’odio di chi ci vorrebbe morti e ci condanna all’inferno?” – Laura Maria Santonicola, Vice Presidente Rain Arcigay Caserta.

 

Bernardo Diana

Presidente Rain Arcigay Caserta

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CS Potenza Pride

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GAY: CYBER BULLISMO: AL VIA LO SPOT DELLE SCUOLE ED ASSOCIAZIONI LESBICHE E GAY #IoStoConTe

In occasione del 17 Maggio Giornata Mondiale contro l’Omofobia, nell’ambito dei progetti del MIUR e del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, le associazioni Arcigay, Arcilesbica ed Agedo con il Coordinamento di Gay Center hanno elaborato una campagna guidata dall’Istituto tecnico Cine-TV Rossellini di Roma contro il cyber bullismo verso le persone lesbiche e gay.

“Le parole che emarginano e discriminano fanno male. Ne fanno esattamente quanto un atto di violenza fisica. E fanno male nella vita di tutti i giorni, come in Internet o sui social network, che non sono luoghi di anonimato e senza regole. Le studentesse e gli studenti devono essere educati quali cittadine e cittadini responsabili e rispettosi dei diritti di ciascuna persona, fuori e dentro la Rete. Devono imparare a conoscere e governare il linguaggio d’uso comune, la nostra lingua madre, come quello digitale, per farne codici di inclusione e condivisione e non come armi con le quali danneggiare le altre e gli altri. È questo il compito che il nostro sistema d’istruzione si prefigge: creare, attraverso le nuove generazioni, una società di pari opportunità, di uguali diritti, di rispetto e di libertà, in cui ciascuna e ciascuno sentano di potersi esprimere senza condizionamenti. Una società che sia comunità che accoglie la diversità e ne fa occasione di crescita. #IoStoConTe, campagna che come Miur sosteniamo, va proprio in questa direzione” Dichiara la ministra Valeria Fedeli

Lo spot elaborato dagli studenti del Rossellini di Roma, viene diffuso in molte scuole coinvolte nel progetto con l’obiettivo di contrastare le discriminazioni che avvengono tra i giovani attraverso i social o le chat, dove molto spesso i ragazzi e le ragazze lesbiche, gay e trans vengono derisi, stalkerizzati, senza che nessuno intervenga.

Dopo diversi incontri di formazione sulle tematiche della non discriminazione, tramite dei laboratori esperenziali ed in ambienti multimediali, gli studenti hanno voluto produrre così un messaggio rivolto a tutti quei ragazzi che sui social fanno da spettatori o che in modo a volte anche inconsapevole supportano i “bulli” del web.

Questo spot cerca di far comprendere la violenza che può passare attraverso i social e lancia un messaggio positivo ai ragazzi con #IoStoConTe. Le scuole gli studenti invitano tutti i loro coetanei a condividerlo sui loro social[fb_vid id=”1333605056675353″]GAY: CYBER BULLISMO: AL VIA LO SPOT DELLE SCUOLE ED ASSOCIAZIONI LESBICHE E GAY #IoStoConTe

In occasione del 17 Maggio Giornata Mondiale contro l’Omofobia, nell’ambito dei progetti del MIUR e del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, le associazioni Arcigay, Arcilesbica ed Agedo con il Coordinamento di Gay Center hanno elaborato una campagna guidata dall’Istituto tecnico Cine-TV Rossellini di Roma contro il cyber bullismo verso le persone lesbiche e gay.

“Le parole che emarginano e discriminano fanno male. Ne fanno esattamente quanto un atto di violenza fisica. E fanno male nella vita di tutti i giorni, come in Internet o sui social network, che non sono luoghi di anonimato e senza regole. Le studentesse e gli studenti devono essere educati quali cittadine e cittadini responsabili e rispettosi dei diritti di ciascuna persona, fuori e dentro la Rete. Devono imparare a conoscere e governare il linguaggio d’uso comune, la nostra lingua madre, come quello digitale, per farne codici di inclusione e condivisione e non come armi con le quali danneggiare le altre e gli altri. È questo il compito che il nostro sistema d’istruzione si prefigge: creare, attraverso le nuove generazioni, una società di pari opportunità, di uguali diritti, di rispetto e di libertà, in cui ciascuna e ciascuno sentano di potersi esprimere senza condizionamenti. Una società che sia comunità che accoglie la diversità e ne fa occasione di crescita. #IoStoConTe, campagna che come Miur sosteniamo, va proprio in questa direzione” Dichiara la ministra Valeria Fedeli

Lo spot elaborato dagli studenti del Rossellini di Roma, viene diffuso in molte scuole coinvolte nel progetto con l’obiettivo di contrastare le discriminazioni che avvengono tra i giovani attraverso i social o le chat, dove molto spesso i ragazzi e le ragazze lesbiche, gay e trans vengono derisi, stalkerizzati, senza che nessuno intervenga.

Dopo diversi incontri di formazione sulle tematiche della non discriminazione, tramite dei laboratori esperenziali ed in ambienti multimediali, gli studenti hanno voluto produrre così un messaggio rivolto a tutti quei ragazzi che sui social fanno da spettatori o che in modo a volte anche inconsapevole supportano i “bulli” del web.

Questo spot cerca di far comprendere la violenza che può passare attraverso i social e lancia un messaggio positivo ai ragazzi con #IoStoConTe. Le scuole gli studenti invitano tutti i loro coetanei a condividerlo sui loro social
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