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DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DI RAIN ARCIGAY CASERTA BERNARDO DIANA

Ieri nel tardo pomeriggio ho ricevuto una telefonata dall’amministratore condominiale del Parco Faber che mi ha informato di una perdita d’acqua nella villetta n° 40, assegnata dal Comune di Castel Volturno all’organizzazione di volontariato Rain Arcigay Caserta onlus, che dal 2014 si occupa dei diritti e degli interessi delle persone LGBTI+ nella provincia di Caserta.

Quando sono arrivato nel bene confiscato, era ormai tutto allagato e pioveva acqua da ogni parte del solaio. Non potendo accendere la luce e sopraffatto dalla acqua che scorreva ovunque non ho potuto fare altro che chiudere le chiavi dell’acqua e tornare a casa.

Durante la notte ho avuto un attacco d’ansia e non facevo altro che rivivere la scena a cui avevo assistito e non mi vergogno a dire che mi sono messo a piangere, perché avevo già intuito la gravità dei danni.

Stamattina, la mattina di Pasqua, insieme a mio padre, di buon’ora, siamo tornati al bene confiscato e abbiamo spostato i mobili e asciugato i pavimenti e fatta una ricognizione dei danni. Purtroppo, i danni sono veramente ingenti e non sarà più possibile riaprire fino al rifacimento dell’intero impianto idraulico.

Nel 2016, partecipammo alla manifestazione d’interesse del Comune di Castel Volturno per partecipare all’assegnazione di un bene confiscato da adibire a social housing per le persone LGBTI+ cacciate da casa dalle famiglie.

La procedura si è conclusa solo il 6 dicembre 2018 con la consegna delle chiavi, ma la storia giudiziaria di questo bene e di tutte le altre ville nel Parco Faber risale già al 1994.

I beni confiscati al Parco Faber, già Parco lago Allocca, sono stati prima sequestrati nel ’94 e poi confiscati in via definitiva nel ’98 in danno di Francesco Rea, imprenditore di Giugliano in Campania.

I beni passano in proprietà del Comune di Castel Volturno il 13 novembre 2015.

Dal 1994 al 2019 la villa (così come le altre 33) resta vuota e disabitata. Circa 25 anni di abbandono da parte dello Stato e dei suoi organi.

25 anni di abbandono di un bene confiscato, un bene pubblico.

Durante tutta l’estate del 2019 lo abbiamo tenuto in vita, organizzando una tappa del Festival dell’Impegno Civile, opportunità di dibattito sul futuro del Parco, idealizzando insieme ad altre associazioni e stakeholders l’idea del “Parco Rinascimento”, una summer school di volontariato durante la quale i partecipanti hanno contribuito alla pulizia delle aree comuni del Parco.

Oggi si pretende che un’associazione composta quasi esclusivamente da giovani possa accollarsi le spese di ristrutturazione di una struttura grande oltre 300 m2. Nonostante ciò, abbiamo iniziato questa avventura, imparando tantissime cose, anche un po’ ingenuamente come facciamo noi giovani.

Abbiamo fatto il possibile in questi anni per trovare dei fondi per effettuare la ristrutturazione, ma purtroppo non siamo riusciti a vincere o a partecipare a nessun bando dalla capienza necessaria per poter ristrutturare il bene. Abbiamo bussato alle porte dello Stato, della Regione, del Comune, della Fondazione CON IL SUD e di Arcigay, ma purtroppo senza – ancora – esiti positivi.

Oggi, con l’aggiunta di questi nuovi danni all’impianto idraulico, non possiamo più immaginare di riuscire a trovare la cifra necessaria per poter ristrutturare la struttura da soli. O almeno, sono io a non riuscire più ad immaginare di raccogliere € 250.000,00.

E nel pieno dell’emergenza sanitaria da coronavirus dove tutti siamo in difficoltà, ci rendiamo conto di essere più soli che mai.

Ho veramente paura che la struttura possa crollare dopo le infiltrazioni di acqua di ieri e questo significherebbe far vincere la camorra.

Se i beni confiscati li dobbiamo lasciare in queste condizioni, a questo punto, meglio lasciarli alla camorra.

Questo è il conto corrente dedicato alla raccolta fondi per la ristrutturazione del bene confiscato, IT42G0306909606100000162686, ma ad oggi sul conto non c’è mai stata una donazione.

Buona Pasqua

                                                                                               Bernardo Diana